LA COLTIVAZIONE  DEI   TARTUFI  CON  LE  PIANTE  MICORIZZATE

Il tartufo è un fungo a forma di tubero che vive sotto terra, associato alle radici di un albero o di un arbusto. Le piante vengono fornite già micorizzate, cioè con il fungo attaccato alle radici. La micorizza è dentro l'albero e vive con esso fruttificando i tartufi. Una pianta micorizzata può infettare altre piante mediante contatto radicale, così il numero delle piante tartufigene aumenta e si diffonde la superfice produttiva.

Quanto sopra scritto è  una breve descrizione con parole semplici.

Tre sono i fattori essenziali per un buon risultato finale della coltivazione dei  tartufi:

  • qualità della simbiosi
  • scelte ambientali
  • tecniche colturali

Le piantine micorizzate possono essere impiegate per:

RIFORESTAZIONE In tal caso bisognerà scegliere le piante ospiti e simbionanti in funzione del clima, microclima, della posizione geografica, dello studio della struttura fisico-chimica del terreno. E' sufficiente una corretta messa dimora delle piantine con l'eliminazione della vegetazione concorrente durante i primi anni dell'impianto per garantire questo tipo di utilizzo della piantagione;

-  PIANTE IN GIARDINO In questo caso la scelta del tipo di pianta da impiegare verrà studiata in base a fattori estetici esterni. Pertanto prima verrà scelta il tipo di pianta e, di conseguenza, il tipo di micorizze disponibile;

INVESTIMENTI ECONOMICI E' necessario scegliere delle piantine con ottima micorizzazione, valutare tutti i fattori ecologici e pedologici del terreno ( clima, analisi fisico-chimiche del terreno, esame dei caratteri ambientali ), conoscenza delle pratiche agro- colturali per mantenere e far evolvere le condizioni del substrato in senso favorevole. Tra le file di un impianto di questo tipo è possibile coltivare anche altre essenze per aumentare il reddito. Per esempio tra le file di un impianto per la coltivazione di tartufi per i primi 6/8 anni si possono coltivare anche orzo, veccia, lupinella, lavanda e lavandino, ecc. Queste due ultime essenze sono raccomandate in quanto sembra aumentino la produzione del tartufo nero e possono offrire un buon reddito nelle zone adatte a questa coltura.

IMPORTANTE

SE IL TERRENO NON E' IDEALE PER LA COLTIVAZIONE DEL TARTUFO CHE INTENDIAMO COLTIVARE, ALTRI MICELI BASALI SI INSTAURANO NELL'APPARATO RADICALE ANCHE SE LA PIANTA E' BEN MICORIZZATA. E' SEMPRE CONSIGLIABILE ESEGUIRE PRIMA DI QUALSIASI IMPIANTO UN'ANALISI IN LABORATORIO SPECIALISTICO DETTAGLIATA DI UN CAMPIONE DI TERRENO IN MODO DA POTER INDIVIDUARE LE CARENZE DI ELEMENTI E MATERIA ORGANICA, E PORVI RIMEDIO CON INTEGRAZIONI PRIMA DELL'IMPIANTO.

SONO DA PREFERIRE SUOLI CHE GIA' NATURALMENTE PRODUCONO ( O HANNO PRODOTTO IN PASSATO )  I TARTUFI CHE SI INTENDONO COLTIVARE.

SE NEI SUOLI IN OGGETTO NON SONO MAI STATI RACCOLTI I TARTUFI CHE SI INTENDONO COLTIVARE, E' NECESSARIO, OLTRE ALL'ANALISI SOPRA INDICATA, ESEGUIRE ANCHE UNO STUDIO DELLA FLORA ESISTENTE, DELLA SITUAZIONE GEOGRAFICA E CLIMATICA.

I suoli migliori da destinare alle piante micorizzate sono quelli in pendenza senza ristagni di acqua già coltivati precedentemente a:

  • seminativi
  • frutteti
  • prati ( specie se di leguminose ).
  • boschi naturali
  • siepi e filari boscati

CURE COLTURALI

L'impianto inizia con la ripulitura della vegetazione infestante eliminando la vegetazione erbacea e legnosa che potrebbe  alloggiare nelle  radici altre micorizze non desiderate, segue un'aratura e una leggera erpicatura.

Dopo l'impianto è necessario non compattare il terreno in quanto  diventerebbe inospitale sia per le radici che per i miceli. Bisogna eseguire delle lavorazioni per rompere la crosta superficiale e distruggere le erbe infestanti.

Le potature sono molto importanti: non devono mai essere drastiche, ma devono permettere la massima utilizzazione della luce, temperatura e umidità del terreno, ed il minimo ingombro per le operazioni colturali e meccaniche di manutenzione.

L'irrigazione è basilare per la crescita della pianta e del micelio per limitare la fase improduttiva. Rammentiamo che in primavera - estate in assenza di piogge la produzione naturale di tartufi  diminuisce notevolmente. La frequenza delle irrigazioni varia a seconda della natura del suolo e dell'andamento metereologico.

Eventuali trattamenti di difesa sono da evitare , ma se  necessari  è sempre meglio rivolgersi ad un esperto. Meglio comunque impiegare trattamenti con metodi di lotta biologica.

IL PERIODO CHE INTERCORRE FRA L'IMPIANTO E LE PRIME PRODUZIONI DI CORPI FRUTTIFERI E' MOLTO VARIABILE E DIPENDE DALLA PIANTA OSPITE, DA FATTORI CLIMATICI E DALLE CARATTERISTICHE DEL TERRENO.

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